25 Novembre 2020 Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Una storia, nella ROMA del 1600.

ARTEMISIA GENTILESCHI, donna indomita e grande artista. Una storia che ha rischiato l’oscurità dell’oblio, poiché per secoli è stata poco conosciuta al punto da non essere menzionata neppure nei libri di storia dell’arte. È una storia di talento, di violenza e soprusi e di grandissimo coraggio mostrato da una donna che accetta l’umiliazione di un pubblico processo e il supplizio della tortura quale “prova di Dio” pur di veder condannato lo spergiuro che l’ha stuprata. Una femminista ante litteram nella Roma del ‘600 che fa dell’arte lo strumento della sua libertà e il motivo che la condurrà ad essere apprezzata dalle corti di Venezia, Firenze, Napoli e Londra.
Artemisia è un esempio ideale per la nostra società che spesso pecca di ottimismo ritenendo che conquiste di civiltà come il rispetto e la tutela della diversità siano valori acquisiti per sempre.

Quadro -Maria Maddalena come la melanconia –Artemisia Gentileschi

estratto da Centodieci

Perchè la Giornata contro la violenza sulle donne.

Questa ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e la data è stata scelta in ricordo dell’assassinio, avvenuto il 25 novembre 1960, delle sorelle Mirabal che nella Repubblica Dominicana tentarono di contrastare il regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, ma vennero sequestrate da agenti del Servizio di informazione militare e stuprate, torturate e uccise.  
La morte è il prezzo più alto pagato dalle donne che si trovano ad avere a che fare con violenza maschile.Le donne spesso faticano a rivolgersi alle forze dell’ordine per paura di ritorsioni ulteriori, perché convinte in qualche modo di meritarsi quello che subiscono, per paura di non essere credute o perché non si sentono abbastanza tutelate dalla legge.

Richieste d’aiuto in aumento: l’immagine che emerge dai dati Istat

Secondo l’ISTAT sono 302 i centri antiviolenza, segnalati dalle Regioni (che hanno aderito all’Intesa Stato-Regioni del 2014). Di questi, 30 hanno iniziato la loro attività nel 2018.Nello stesso anno le donne che si sono rivolte ai Cav sono state 49.394, +13,6% rispetto al 2017.Quelle avviate a un percorso di uscita dalla violenza sono 30.056, delle quali il 63,5% lo ha iniziato nel 2018. Il 63% di loro ha figli, minorenni nel 67,7% dei casi. Le straniere sono il 28%.

Ancora una volta i dati ci confermano il ruolo imprescindibile dei centri antiviolenza,si potrebbe definire  “sistema antiviolenza”, ma che in Italia fatica ancora a strutturarsi in maniera organica ed efficiente. 

Da notare: le richieste di intervento al numero gratuito d’emergenza1522, tra marzo e giugno 2020, se inizialmente hanno visto un calo drastico dovuto alla convivenza forzata tra vittima e carnefice che impediva qualunque denuncia, successivamente si sono impennate.


curato da Dania S.G.

Fonte: Osservatorio Diritti