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Carceri, Garante detenuti: “Già 60 suicidi nel 2024.”

a cura di Dania Scarfalloto Girard

Sovraffollamento 130%” Nelle carceri italiane, dall’inizio dell’anno al 20 giugno, si sono registrati 60 suicidi.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo HA CONDANNATO di nuovo L’ITALIA , lo stato dovrebbe GARANTIRE dignità, benessere e salute ai detenuti, invece solo carceri fatiscenti e condizioni degradanti.

Il fatto è che non importa a nessuno ciò che succede nelle Carceri.

Il filosofo illuminista francese Voltaire scriveva qualche tempo fa: “Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”
Ma in Italia come è la situazione?

SUICIDI E AUTOLESIONISMO NELLE CARCERI ITALIANE
Già 60 da inizio anno, uno ogni quattro giorni. Allarme senza precedenti.
Il supporto psicologico per i detenuti è inesistente.
i gesti autolesionistici e soprattutto i suicidi: 29 a oggi a cui si aggiungono 17 decessi per cause da accertare.

“Gli autori di tali definitivi gesti sono un monito – dice il Garante dei detenuti Dott. Palma – …….una doverosa riflessione su cosa apprendere per il futuro da queste imperscrutabili decisioni soggettive, cosa imparare per diminuire il rischio del loro ripetersi. Come leggere l’intrinseca fragilità che ci comunicano”.
Ma questo enorme problema andrebbe decisamente affrontato.

un caso:

Un pò di tempo fa si era tolta la vita una detenuta di 27 anni, incarcerata per furto. Mi aveva colpito il suo biglietto di addio al compagno dove scriveva:
“Per la prima volta in vita mia so cosa vuol dire amare qualcuno, ma ho paura di tutto, di perderti. E non lo sopporterei. Perdonami”.

E’ doloroso ascoltare queste parole, ogni caso di detenzione è a sè, questa giovane donna non è riuscita a trovare una via d’uscita per la sua situazione in un ambiente difficile ed ostile, nessuno ha ravvisato in lei si tanta sofferenza,
ed ha scelto di morire.

Immagine:

Firenze, alle Murate si parla di emancipazione femminile

Il 24 ottobre esperti a confronto

manifestazione foto (ansa)

LA Nazione – Firenze, 12 novembre 2023

– Venerdì 24 novembre alle ore 17,30 in Piazza delle Murate a Firenze nello Spazio Mad Murate Art District – Sala Ketty La Rocca, si svolgerà, una conferenza dal titolo: ‘Libertà, uguaglianza, tolleranza: solo parole.

Creare un nuovo paradigma sociale per una vera emancipazione della donna’. L’incontro è organizzato dalla Lidu (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo) e dalla Fratellanza Artigiana d’Italia nell’ambito del calendario OFF dell’Eredità Delle Donne 2023. Il festival, progetto di Elastica, e con partner fondatori Fondazione CR Firenze e Gucci, e la co-promozione della Città di Firenze, la collaborazione di Elle Italia e la partecipazione di Manifattura Tabacchi, sede principale del festival, è realizzato sotto la Direzione Artistica di Serena Dandini.

Parteciperanno Paola Fioretti (moderatrice),

Giovanni Cipriani (Dall’Illuminismo al Risorgimento. Il tormentato itinerario per l’emancipazione della donna),

Dania Scarfalloto Girard (I diritti e le conquiste delle donne in Italia dal XX secolo ad oggi),

Armando Niccolai (La necessità di un nuovo ordine sociale),

Davide Giacalone (L’eguaglianza esiste solo nella libertà).

Seguirà il dibattito. “Intendiamo proporre una riflessione su ciò che sia necessario per progredire nell’emancipazione femminile – spiegano gli organizzatori -. Viviamo in una società in cui formalmente esiste già una sostanziale parità tra uomini e donne. È necessario fare ogni sforzo affinché la forma divenga sostanza e si passi da generiche affermazioni di facciata, senza contenuto, ad una vera cultura sentita, condivisa e accettata da tutti. In primo luogo è indispensabile riappropriarsi della nostra storia prendendo coscienza dell’emancipazione femminile e riformulare le definizioni di libertà, uguaglianza e tolleranza adeguandole alla società attuale. Lavorare ad un ulteriore progresso è obbligatorio ma sorge il dubbio che ciò sia necessario ma non sufficiente. Siamo in presenza di un imbarbarimento culturale inequivocabile. Si procede verso una generale omogeneizzazione (verso il basso) che diviene perfino un valore. Si rischia addirittura che le conquiste sociali e le libertà individuali già acquisite subiscano una grave regressione. Occorre allora ripensare profondamente le fondamenta della nostra società lavorando alla proposta di un nuovo paradigma sociale e, di conseguenza, di una nuova etica civile. Solo così riteniamo che si possa efficacemente combattere contro consuetudini e tradizioni, convinzioni morali e religiose, ed anche, e soprattutto, contro la stessa natura umana lavorando per rendere possibile la vittoria della ragione sull’istinto e realizzare una vera parità di diritti tra tutti gli esseri umani.